Ogni anno, a metà marzo circa, i migliori cacciatori di classiche del mondo si ritrovano tra Milano e Sanremo, per 300 km di gara che consegnerà uno di loro alla storia del ciclismo. Altimetricamente, si sa, le difficoltà sono quasi nulle, ma dopo 7 ore in sella ogni gerarchia e ogni pronostico è facilmente sovvertibile. E poi quella Cipressa, e soprattutto quel Poggio, non sai mai come possano riconsegnare il gruppo a Via Roma, se compatto, se con un drappello, un trio, una coppia o un solitario in avanscoperta. La corsa sarà pur facile, ma per stessa ammissione dei corridori, è la più difficile da vincere. Spesso anche essere il più forte può non bastare.
Quando si parla del più forte, quindi, non può che venire in mente Tadej Pogačar (UAE Team Emirates): la domanda sulla sua Sanremo non è “se attaccherà” ma “quando attaccherà”? L’anno scorso ci aveva provato a più riprese sul Poggio, senza tuttavia riuscire a sbarazzarsi degli avversari. Magari quest’anno ci proverà da più lontano…
E che dire di Wout Van Aert (Jumbo-Visma)? Il belga ha cominciato la stagione alla Tirreno-Adriatico e lo ha fatto giocando un po’ a nascondino, mettendosi a disposizione di Primož Roglič e non mostrando mai il suo reale stato di forma. Discorso simile va fatto per la sua nemesi Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Deceuninck), che ha preferito non forzare e mettersi a disposizione dei compagni. Attenzione però, perché le loro due squadre potranno contare su una doppia carta interessante, visto che gli olandesi hanno Christophe Laporte e i belgi Jasper Philipsen, entrambi apparsi in grandissima forma in questo inizio di stagione.