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Battaglia per la storia

17/03/2023

Ogni anno, a metà marzo circa, i migliori cacciatori di classiche del mondo si ritrovano tra Milano e Sanremo, per 300 km di gara che consegnerà uno di loro alla storia del ciclismo. Altimetricamente, si sa, le difficoltà sono quasi nulle, ma dopo 7 ore in sella ogni gerarchia e ogni pronostico è facilmente sovvertibile. E poi quella Cipressa, e soprattutto quel Poggio, non sai mai come possano riconsegnare il gruppo a Via Roma, se compatto, se con un drappello, un trio, una coppia o un solitario in avanscoperta. La corsa sarà pur facile, ma per stessa ammissione dei corridori, è la più difficile da vincere. Spesso anche essere il più forte può non bastare.

Quando si parla del più forte, quindi, non può che venire in mente Tadej Pogačar (UAE Team Emirates): la domanda sulla sua Sanremo non è “se attaccherà” ma “quando attaccherà”? L’anno scorso ci aveva provato a più riprese sul Poggio, senza tuttavia riuscire a sbarazzarsi degli avversari. Magari quest’anno ci proverà da più lontano…

E che dire di Wout Van Aert (Jumbo-Visma)? Il belga ha cominciato la stagione alla Tirreno-Adriatico e lo ha fatto giocando un po’ a nascondino, mettendosi a disposizione di Primož Roglič e non mostrando mai il suo reale stato di forma. Discorso simile va fatto per la sua nemesi Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Deceuninck), che ha preferito non forzare e mettersi a disposizione dei compagni. Attenzione però, perché le loro due squadre potranno contare su una doppia carta interessante, visto che gli olandesi hanno Christophe Laporte e i belgi Jasper Philipsen, entrambi apparsi in grandissima forma in questo inizio di stagione.

Per completare il quadro, manca l’ultima pedina dei Fantastici 4, vale a dire Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep); il francese si è già imposto in Via Roma e nei grandi appuntamenti sa come farsi trovare pronto. La squadra belga, come di consueta, arriverà con validissime alternative, come Kasper Asgreen e Davide Ballerini tra gli altri. Alla Milano-Torino ha tirato i freni per non rischiare di compromettere la sua Classicissima, motivo per cui Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty) va assolutamente tenuto d’occhio per questa Sanremo. Su questa distanza e con questi avversari non l’abbiamo ancora testato fino in fondo, ma Arnaud De Lie (Lotto Dstny) ha il motore di un potenziale fuoriclasse e la Sanremo potrebbe rappresentare il palcoscenico ideale per rivalere al mondo il suo potenziale. 

Se ne parla poco, ma i danesi Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e Magnus Cort Nielsen (EF Education-EasyPost) devono far paura, perché entrambi arrivano da un ottimo inizio di stagione ed entrambi possono andare a nozze su un percorso come questo, con Cipressa e Poggio che vanno ad ingolfare le gambe dei velocisti più puri. Il primo, in particolare, potrà contare anche su un ex vincitore come Jasper Stuyven, sempre bravo a farsi trovare al posto giusto al momento giusto. E, a proposito di ex vincitori, il n°1 sarà sulle spalle del campione in carica Matej Mohorič (Bahrain Victorious), al quale sarà meglio non lasciare affrontare in testa la discesa del Poggio, perché ci sarebbe il rischio di rivederlo solo dopo l’arrivo. 

E che dire di Filippo Ganna (Ineos Grenadiers)? Il piemontese avrà l’opportunità di guidare – forse per la prima volta – la sua squadra in una Classica Monumento: i tifosi italiani sognano una sua stoccata da finisseur. Tra gli azzurri sogna di lasciare il segno anche Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost), che vuole aggiungere un’altra Monumento al suo palmares dopo il Giro delle Fiandre.

La Milano-Sanremo, però, è storicamente l’unica grande classica che possono sognare di vincere anche i velocisti, anche se da quando in giro ci sono Pogačar, Van Aert, Van der Poel e compagnia è sempre più difficile per loro superare indenni il solo apparentemente innocuo Poggio. Oltre al già citato Philipsen, però, tenteranno di stringere i denti anche Caleb Ewan (Lotto Dstny), secondo nel 2018 e nel 2021, Arnaud Démare (Groupama-FDJ), vincitore nel 2016, Fernando Gaviria (Movistar), Sam Bennett (Bora-hansgrohe) e Mark Cavendish (Astana Qazaqstan), vincitore nel lontano 2009, ma anche Bryan Coquard e Simone Consonni (Cofidis), Matteo Moschetti (Q36.5) e Niccolò Bonifazio (Intermarché-Circus-Wanty), del quale forse ricorderete la pazza discesa dalla Cipressa nel 2020. 

Tra i velocisti va probabilmente inserito anche Peter Sagan (TotalEnergies), all’ultima recita, prima del ritiro, in una corsa che per lui è sempre stata stregata, con due secondi posti e cinque quarti posti in 12 partecipazioni. Difficile immaginarlo a braccia alzate in Via Roma, ma il ciclismo sa essere romantico e non ci sarebbe nulla di più romantico di vedere lo slovacco sul gradino più alto del podio. 

Per concludere, una serie di nomi considerati ancor di più di outsider, ma in una roulette russa come la Sanremo possono sognare in grande. Alcuni di questi non sono mai riusciti ad imporsi a livelli così alti, altri invece partiranno come seconde o terze linee delle loro squadre, altri sono nella fase calante della carriera; parliamo di Ivan Cortina e Alex Aranburu (Movistar), Luca Mozzato (Arkéa-Samsic), Lorenzo Rota (Intermarché-Circus-Wanty), Andrea Vendrame (AG2R Citroën), Michal Kwiatkowski (Ineos Grenadiers), vincitore nel 2017, John Degenkolb (Team DSM), vincitore nel 2015, Jan Tratnik (Jumbo-Visma), Corbin Strong (Israel-Premier Tech), Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Jhonatan Narvaez (Ineos Grenadiers), Danny Van Poppel (Bora-hansgrohe), Matteo Trentin, Tim Wellens (UAE Team Emirates), Fred Wright, Jonathan Milan (Bahrain Victorious), Zdeněk Štybar (Team Jayco AlUla) e Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck).

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