Pavia è città pittoresca, sfoggia monumenti medievali e rinascimentali, e può vantare una ricca storia e un prestigioso centro universitario risalente addirittura al 1361. Dal punto di vista sportivo raramente è stata al centro delle attenzioni internazionali, ma lo sarà il prossimo 16 marzo, quando darà il via alle danze della 115ª edizione della Milano-Sanremo, la Classicissima, la prima Monumento della stagione. Sarà l’occasione per mostrare al mondo – e a chi ancora non la conoscesse (grave!) – la magnificenza di un monumento gotico-rinascimentale come la Certosa, consacrata nel 1497 dopo 100 anni dall’inizio della sua costruzione.
La città dei Visconti è da sempre una tappa cruciale nel percorso classico della Milano-Sanremo, dal momento che il tracciato prevede un passaggio alle porte del centro prima di proseguire sulla Statale dei Giovi in direzione Casteggio-Voghera e sconfinare poi in Piemonte. Gli appassionati, però, si ricorderanno soprattutto dell’arrivo di tappa a Pavia al Giro d’Italia 2003, quando un incerottato Alessandro Petacchi vinse lo sprint in maglia ciclamino, battendo il francese Jimmy Casper e il ceco Jan Svorada, in una top 10 che vedeva anche l’attuale CT dell’Italia Daniele Bennati, quarto, e l’indimenticato Marco Pantani, 10°. Oppure si ricorderanno della partenza della frazione finale del Giro 1991, la Pavia-Milano, vinta da Mario Cipollini, o ancora dell’arrivo della 15ª tappa del 1981 vinta dallo svizzero Daniel Gisiger.
Quelle sono state effettivamente le ultime volte in cui il grande ciclismo ha fatto base a Pavia, ma se andiamo ancora più indietro nel tempo ci accorgeremo che la Certosa ha ospitato anche una partenza… della Milano-Sanremo! Quella del 2024 non sarà quindi una prima volta assoluta: nel 1965, infatti, la Classicissima partì da Pavia in un esperimento voluto da patron Vincenzo Torriani. Quelli erano infatti anni particolari, un corridore italiano non vinceva dal 1953, la corsa finiva sempre in volata ed era quasi sempre appannaggio degli sprinter fiamminghi. Così la direzione della corsa sfruttò i lavori in corso che c’erano quell’anno sull’Aurelia tra Finale e Pietra Ligure per provare a dare una svolta, inserendo nel percorso la salita del Melogno (6 km al 6%). Per mantenere il chilometraggio di circa 290 km, però, la partenza doveva essere un po’ più lontano da Milano, ed ecco la scelta della splendida Certosa.
Alla fine, però, vinse un olandese, il primo della storia a riuscirci, Arie den Hartog, che batté in una volata a tre Vittorio Adorni e Franco Balmamion, in una corsa che effettivamente risultò più selettiva. L’esperimento, però, rimase tale, visto che dall’anno seguente si tornò alla formula più tradizionale con partenza da Milano e vittoria di un ventenne Eddy Merckx, la prima delle sette.